Teatro

'Natale in cucina' inaugura le stagioni di Bevagna e Marsciano

'Natale in cucina' inaugura le stagioni di Bevagna e Marsciano

Con la spassosa commedia di Alan Ayckbourn Natale in cucina s’inaugurano lunedì 19 novembre la Stagione di Prosa del Teatro Torti di Bevagna e martedì 20 novembre quella del Teatro della Concordia di Marsciano.

Ayckbourn è ormai diventato un grande classico del teatro comico, considerato al livello di un Cechov inglese e rappresentato in tutto il mondo con successo e divertimento irresistibile. Fra una risata e l’altra, costringe l’esilarato spettatore a riflettere sulle piccole miserie quotidiane e le ansie dei suoi personaggi, sulle ambizioni umane, sui loro destini. In Natale in cucina, considerato il suo capolavoro, la sua abilità psicologica ci racconta la vita di tre coppie di coniugi che si fanno visita in tre anni successivi al tradizionale party della vigilia di Natale, ma la vicenda, per una serie di equivoci e contrattempi di sfrenata comicità, finisce per svolgersi solo nelle rispettive cucine delle tre coppie.

Nel primo atto la coppia piccolo borghese è travolta dalla tragedia dell’acqua tonica che la padrona di casa ha dimenticato di comprare, nel secondo, la coppia intellettuale vive la patologica depressione della moglie, che fa di tutto per suicidarsi, senza che nessuno degli ospiti se ne accorga, equivocando le sue intenzioni con effetti di devastante comicità. Nel terzo atto siamo nella cucina della coppia più altolocata, il riscaldamento si è rotto e in quel gelo la padrona di casa delira ubriaca, mentre i destini iniziali si ribaltano: gli squallidi arrampicatori sociali sono ormai alla vetta del successo e gli altri sono costretti a stare al loro gioco.
Lo spettacolo interpretato dalla bravissima Marianella Laszlo, Gianfranco Candia, Maria Laura Rioda, Barbara Porta, Dario Biancone e Angelo Zampieri è diretto da Giovanni Lombardo Radice che nelle sue note di regia scrive: “L’esperienza mi ha insegnato che i grandi autori, come è Ayckbourn vanno messi in scena nel più assoluto rispetto delle loro intenzioni.

Rispettare Ayckbourn vuol dire immergere la messa in scena nella più assoluta verosimiglianza, guidare gli attori a immedesimarsi con i personaggi evitando qualsiasi eccesso e caricatura e rendendo credibili anche gli incidenti e gli equivoci apparentemente più assurdi.

Solo così si otterrà l’effetto “buco della serratura”, in cui il pubblico ha l’impressione di sbirciare dal buio della sala nella vita di persone vere. La ricetta funziona immancabilmente. Ho messo in scena molti testi di Ayckbourn e non ho mai sentito ridere così a teatro.”